Author Topic: Programma di verifica a presso-flessione deviata di sezioni generiche in c.a  (Read 134573 times)

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Offline afazio

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la procedura è più che buona, ma ha dei limiti cui è bene rispettare.
le parti non convesse e/o non compatte (come ci ricorda Renato) sono soggette a considerazioni ancor più fini. tutto lì.

inoltre per tali sezioni, tanto più sono non convesse e/o non compatte e tanto più tali risultati SLU saranno sopravvalutati.
una sezione poco compatta come quella di Betoniera (il cui peggior difetto è però la concavità) non può rendere al 100% di quello che il programma sputa fuori..
forse sarà anche il 99%..., ma non il 100%..

detto questo, ripeto a scanso di equivoci, il fine di questo programma è più che buono, ma sarebbe opportuno segnalarne i limiti!

Ma nulla è cambiato rispetto a prima. Tuttavia mi chiedo quali sarebbero le considerazioni ancor piu fini da dover considerare?
Segnalerò al programmatore di inserire un disclaimer (si dice cosi) con specificate tutte le ipotesi del De Saint Venant. Vuoi mettere che a qualche zappaiuolo venisse in mente di usare il programma?
« Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
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Massimo.T

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Bah, alle TA (oggi SLE) abbiamo la teoria di Vlasov.

Agli SLU non credo ci sia nulla, ma non per questo puoi non tenerne conto.

Offline afazio

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Bah, alle TA (oggi SLE) abbiamo la teoria di Vlasov.

Agli SLU non credo ci sia nulla, ma non per questo puoi non tenerne conto.

Già, la teoria di Vlasov per sezioni aperte a pareti sottili sottoposte a torsione e taglio?.
Ritieni si possa applicare alle sezioni sottili aperte in stato di tensione generata da presso o tensoflessione deviata? E come ne terremmo conto agli stati limiti ultimi?

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Massimo.T

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il mio parere è che occorre spezzare la risultante dell'azione applicata nelle forze associate ai vari punti di applicazione relativi a varie sottosezioni.
dopodichè ogni sottosezione sarà gestita indipendentemente.

Offline ferrarialberto

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...
Tu, Renato, accenni ad un valore del 0.002 di deformazione per il calcestruzzo (?) per il punto 6 della mia figura. Ecco, qui non ti seguo.
Rileggendo la norma ho riscontrato solamente la frase (§4.1.2.1.2.2) "Per sezioni o parti di sezione soggette a distribuzioni di tensione di compressione approssimativamente uniformi, si assume per la deformazione ultima a rottura il valore epsc2 anzichè epscu" (cosa di cui non ero mai accorto prima e sostanzialmente pericolosissima. Penso a sezioni scatolari a pareti sottili, sollecitate a presso flessione retta. Chi mai ha pensato a ridurre il 3.5 per mille in quel caso? E quando non sono più in presso-flessione retta? torno al 3.5 per mille? Di quanto si modifica il momento di rottura in questo caso?).
...

Come giustamente indica Renato quando la sezione è tutta compressa il limite di deformazione è ridotto sotto il 3.5 per mille, arrivando al limite del 2 per mille per sezione uniformemente compressa. E' opportuna una pausa, capire bene il dominio M-N prima di passare al Mx-My; in quest'ultimo caso si procede come segue:
1) si fissa la giacitura dell'asse neutro (angolo);
2) si calcolano 6 punti fondamentali del dominio Mteta-N (il dominio M-N in cui il momento è riferiro all'asse baricentrico parallelo all'asse neutro fissato al punto 1);
2b) i 6 punti di cui sopra sono massima trazione (io in Doro indico con T tale punto); contemporanea rottura con momento positivo (CR+, in Doro); limite della sezione completamente compressa con mom. pos. (NC+) ovvero asse neutro tangente alla sezione; compressione massima (C), contemporanea rottura con momento negativo (CR-) e da ultimo limite della sezione completamente compressa con mom. neg. (NC-);
3) il programma controlla che N(C)<=NSd<=N(T), altrimenti la "fetta di salame" non esiste; degenera in un punto, come giustamente scrivi, se sono =;
4) analizzo 3 casi con momento positivo e 3 con momento negativo e precisamente:
4a) se N(CR+)<=NSd<=NT sono nel campo dell'armatura debole (crisi lato acciaio);
4b) se N(NC+)<=NSd<=N(CR+) crisi lato calcestruzzo con sezione parzializzata;
4c) se N(C)<=Nsd<=N(NC+) crisi lato calcestruzzo con sezione interamente reagente (il discorso del 2 per mille per tornare a prima);
4d, 4e, 4f) come gli omologhi a, b, c ma con momento negativo;
5) in ciascuno dei 6 casi di cui al punto 4 la deformazione incognita varia in un campo di deformazioni ben definito (alla "ricerca" della NSd).

E' un po' difficile ma se sei arrivato fino qui ce la fai.

Ciao.
ing. FERRARI Alberto - www.ferrarialberto.it

Offline afazio

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il mio parere è che occorre spezzare la risultante dell'azione applicata nelle forze associate ai vari punti di applicazione relativi a varie sottosezioni.
dopodichè ogni sottosezione sarà gestita indipendentemente.

Quindi ogni sottosezione potrà deformarsi per conto prprio in barba alla continuità. Resta fermo il principio che anche se la deformazione non mantiere piane le sezioni ingobbendole deve sussistere sempre la continuità.
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Offline SpinoWeb

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Quindi ogni sottosezione potrà deformarsi per conto prprio in barba alla continuità. Resta fermo il principio che anche se la deformazione non mantiere piane le sezioni ingobbendole deve sussistere sempre la continuità.
funziona come se fosse un telaio...

zax2010

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@Renato e Alberto

Grazie delle precisazioni. Spero di farne tesoro.

@Massimo
La trattazione che ho fatto finora prevede il DOGMA della conservazione della sezione piana come ATTO DI FEDE.
Ne ho parlato in maniera esplicita nella parte 5 di queste note, e, pur non avendolo detto espressamente, potrai vederne la traduzione in formula (quella della deformazione) nella parte 8 in cui ho iniziato con SLU.
Ovviamente nel caso in cui si ritenesse che la sezione non abbia modo di rispettare queste ipotesi, tutti gli algoritmi qui trattati non vanno bene.

Offline afazio

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funziona come se fosse un telaio...

cioè?
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K.P.

Offline Gilean

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funziona come se fosse un telaio...

che io sappia, anche in un telaio valgono le equazioni di compatibilità.
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

Offline SpinoWeb

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che io sappia, anche in un telaio valgono le equazioni di compatibilità.
direi che l'idea sarebbe proprio quella (magari in  letteratura qualcuno ci ha già pensato) e credo che potrebbe funzionare

Offline Gilean

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direi che l'idea sarebbe proprio quella (magari in  letteratura qualcuno ci ha già pensato) e credo che potrebbe funzionare

Allora non ho capito questo passaggio:

Afazio dice:

Quote
Quindi ogni sottosezione potrà deformarsi per conto prprio in barba alla continuità. Resta fermo il principio che anche se la deformazione non mantiere piane le sezioni ingobbendole deve sussistere sempre la continuità.

Tu dici

Quote
funziona come se fosse un telaio...


non vorrei ripetere la domanda di afazio, ma non avendo capito il senso, la ripeto: cioe'?
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

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Renato

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Qui sotto mostro un esempio di come è possibile modellare una trave (nucleo ascensore) con sezione a C a profilo sottile mediante delle travi aventi sezioni rettangolare (pareti) costituenti sottosezioni della C e per ognuna delle quali (separatamente) resta valido il principio di conservazione delle sezioni piane. Le singole pareti sono collegate solo a livello di piano con link rigidi che simulano ottimamente la reale continuità strutturale lungo i bordi. La soluzione è molto vicina a quella della modellazione dell'intera parete a C mediante shell, la cui verifica allo SLU è molto più complessa ed opinabile.



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Offline SpinoWeb

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@Gilean & afazio: Considerando la solita sezione a "C", si potrebbe assumere che le flange e l'anima della sezione si deformino secondo tre piani differenti e che la compatibilità venga successivamente garantita ai "nodi". Non credo che qualcuno non ci abbia già pensato e probabilmente è più facile a dirsi che a farsi, infatti sarebbe simile a quello che ha postato Renato che mi pare essere un'applicazione di un metodo proposto da Capurso qualche decade fà.
Solitamente nelle verifiche di questa tipologia di sezioni si tiene conto di un fattore di rigidezza torsionale che è influenzato dall'ingobbamento (mi pare che questa cosa sià stata già precedentemente accennata). In sostanza viene ridotta rispetto a quella classica.

Offline afazio

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Qui sotto mostro un esempio di come è possibile modellare una trave (nucleo ascensore) con sezione a C a profilo sottile mediante delle travi aventi sezioni rettangolare (pareti) costituenti sottosezioni della C e per ognuna delle quali (separatamente) resta valido il principio di conservazione delle sezioni piane. Le singole pareti sono collegate solo a livello di piano con link rigidi che simulano ottimamente la reale continuità strutturale lungo i bordi. La soluzione è molto vicina a quella della modellazione dell'intera parete a C mediante shell, la cui verifica allo SLU è molto più complessa ed opinabile.



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Questa schematizzazione viene assunta a monte, nel modello strutturale. A valle ciascuna delle sottosezioni sarà soggetta a delle sollecitazioni e con queste, generalmente, si verificano singolarmnete le singole sottosezioni.
Il caso in esame è: data una sezione (ammettiamo a C ed a pareti sottili) ed una terna di sollecitazioni (N, Mx My), come procedere a determinare le sollecitazioni di verifica per ciascuna sottosezione imponendo una qualche condizione di continuità/congruenza nella deformata?
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K.P.

 

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